dedioste’s

Your daily dose of dedioste. Since 2004

Universita’ della birra

Venerdi’ sera fuori a cena presso l’ Universita’ della birra. E’ un locale che di giorno serve da scuola per gestori di pub e la sera si trasforma in pub, gestito dagli studenti (e da uno staff fisso).

Presenti dedioste, Faf, Sara, Premolusque, Pelle, Lo, Ari, Tia. Si attendono nuove dagli altri sul loro venerdi’ sera.

Il locale offre un’ ottima cantina di birre (ampissima, ci si trova tutto quello che si puo’ desiderare) e una cucina “sperimentale”, che rinnova il suo menu’ una volta al mese, seguendo la stagione, le tradizioni e le idee dello staff.

Ieri sera abbiamo assaggiato:

-Tagliere del cacciatore: Pregevole nella varieta’, forse limitato nella quantita’. Tagliere con salumi di cinghiale, carne salata, petto di pollo conservato con erbe e altri salumi. In piu’ tagli di formaggio di capra e gorgonzola

-Pate’ di cervo: Porzione assolutamente abbondante (due fette per oltre 200 g.). In realta’ e’ una terrina di cervo, molto buona anche se forse servita eccessivamente fredda. Presentata con crostini e una deliziosa marmellata di cipolle, ottimo accompagnamento.

-Crostone misto: Pane abbrustolito con tre salse: formaggio e peperoncino (forse troppo piccante), composta di melanzane e composta di radicchio. Queste sono deliziose, ma selettive (non a tutti possono piacere)

-Gnocchi Speck e Noci: bella idea, chi li ha assaggiati ha detto che erano buoni. Anche qui porzione medio-abbondante

-Stinco di maiale alla birra: Ci si potrebbe tornare solo per questo. Servito con patate, chi lo ha preso ha detto che era molto buono. E’ un piatto simbolo del locale, presenza fissa nel menu’.

-Polenta taragna e salsicce: abbondante piatto di polenta taragna, con burro e formaggio (fontina?) assolutamente non lesinati. Molto buono, forse l’unico difetto era una salsiccia troppo magra, che andava “unta” nella polenta ( o forse era proprio l’idea del piatto?)

-Dolci: panne cotte e torte… Io ero pieno e non ho preso niente, ma nulla di eccezionale (a parte la panna, molto “piena”)

Sul bere il locale merita note a parte: sicuramente la cameriera ha saput scegliere la birra giusta per ogni piatto, consigliando birre giuste, senza rincorrere il prezzo alto o l’etichetta strana. Sull’entree e’ stata scelta una Afflingen Blonde, di medio tenore alcolico ma pronta a lavare il grasso della carne. Sul piatto principale ci siamo divisi: ce’e chi ha proseguito con Afflingen nella variante Noel, piu’ corposa e gradevole anche per chi la birra la schifa (vero, Faf? 🙂 ), mentre i temeriari si sono lanciati in abbinamenti molto diversi: Tia sullo stinco ha bevuto una Monschof’s Bock, molto corposa e adatta a sostenere il piatto, stessa scelta di sostegno per Premolusque con una Chimay Blanche sulla polenta. Io ho cambiato approccio, andando su una lager con la polenta, per tagliare il grasso non con l’alcol ma con la nota secca tipica della bassa fermentazione.

Costi: tutto sommato accettabile, 22,5 euro a testa, includendo anche servizio e fine pasto (limoncelli, amari, grappini).

Una piacevole conferma! Ci torneremo prenotando con anticipo (e chiedendo alcuni piatti particolari che vengono fatti solo su prenotazione)