Michael has left the building
Non scriverò un coccodrillo, non ne sono capace e sebbene a Michael Jackson siano legati alcuni ricordi infantili devo dire che non sento un particolare dolore per la scomparsa.
Riflettevo sul fatto che la morte di Jackson, oltre all’evento in sè, rappresenta anche la fine, o almeno la data che convenzionalmente indicheremo come tale, di una ampia fase dell’industria musicale, così come successe con Elvis.
Primo stimolo a questa osservazione è stato notare come abbia reagito MTV alla notizia: in ogni momento in cui ho dato un occhio al canale, c’era Michael o qualcosa su di lui. MTV piange il suo re, l’artista che forse ha interpretato meglio il concetto di Music Television: i video di Jackson in prima visione li mandava Italia Uno in prima serata, hanno definito il concetto di video musicale, hanno inventato stili che, anni dopo, ci siamo ritrovati nel cinema. L’opera di Jackson è un’opera pienamente fatta di musica e immagini, strettamente vincolate una all’altra in una miscela indivisibile.
Secondo stimolo è che nessuno venderà mai più dischi di quelli venduti da Jackson. Di sicuro anche perchè oggettivamente non si stampano più dischi, ma anche perchè difficilmente, nel panorama musicale di oggi e di domani, vi sarà un artista in grado di raggiungere una tale ecumenicità musicale. Pochi odiavano Jackson, quando c’è una sua canzone alla radio difficilmente cambi stazione, spesso fischietti o batti il piede.
Terzo e ultimo l’osservazione che l’artista solitario, a differenza del gruppo, è più facile da collocare e mitizzare. E’ più facile definire un periodo basandosi sulle azioni di una singola persona. Anche per i Nirvana, necessari a definire il sottoperiodo dell’alternative pop degli anni ’90, c’è comunque una confusione nei contorni e una indeterminatezza in cosa è dentro e cosa è fuori dal loro periodo. Per Jackson no. La prima opera di Jackson adulto, Off the wall, L’ultima opera di Jackson coincide con la fine di un certo tipo di musica e di un modo di intenderla; l’ultima sua opera arriva nell’anno della fine di Napster, arriva una settimana dopo il lancio del primo iPod, arriva quando MTV sta passando dalla rotazione musicale ai reality. Il suo ultimo album è in un certo senso l’ultimo album che vede la musica in un certo modo. Poi inizia qualcos’altro, in cui siamo ora.