Waking Mars
Complice un’indesiderata influenza, ho finalmente avuto modo di finire Waking Mars sul mio fido Nexus 7.
Compreso nell’ultimo Humble Bundle per Android, è stato uno dei titoli che mi ha ispirato di più leggendone le caratteristiche, in quanto sembrava un mix molto interessante di generi tra l’esplorazione/azione alla Metroid/Castlevania e i puzzle game.
Il gioco fa vivere la vicenda di un’esploratore che fa parte di un team di scienziati che è arrivato su Marte. Iniziate con una semplice missione di speleologia, per recuperare le tracce di un robot esploratore che si è perso, ma more topico le cose prendono abbastanza presto una piega inattesa.
Scendendo nelle caverne di Marte, con l’ausilio solo della nostra tuta, di un jetpack e null’altro, si scopre che “c’è la vita dentro”, o meglio, ci sono dei resti di una antica colonizzazione da parte di quelle che sulla terra chiameremmo piante. Interagendo con queste piante, raccogliendone i semi, scoprendone le proprietà, prendendocene cura, piantandole o eliminandole riusciamo a interagire con gli ambienti e ad avanzare verso il profondo della caverna, dove la storia inizia a ingranare (e qui mi fermo, onde evitare spoiler).
A guidarci e a interagire con noi saranno il nostro campo base (quando la radio prende…) e soprattutto il software della tuta, verbosissimo, che però è fondamentale per raccogliere e organizzare tutte le informazioni sulla vegetazione marziana, che ci renderanno novelli Linneo.
Se nella prima parte del gioco è la parte esplorativa che ha il sopravvento, con anche qualche passaggio che richiede un buon tempismo, nella seconda parte è questa specie di “Sim Garden” che prende il sopravvento, costringendoci a valutare bene quali piante coltivare e dove piantarle per avere il risultato voluto.
Il gioco è realizzato bene, a livello grafico è molto piacevole; il sistema di comando è touch, si tocca in una direzione e ci si sposta verso quella. Non è il sistema migliore, sia per come è realizzato, sia per il tipo di gioco, e spesso potrà portare a qualche errore di troppo. Comunque da questo punto di vista il gioco è molto amico dell’utente e lascia molto correre, e avanzando nel gioco un potenziamento permette di migliorare molto la situazione.
Come vedete, ci son volute 8 ore per finirlo al 100% (anzi, al 105% 🙂 ) e devo dire che per un gioco su un tablet è una deviazione molto piacevole dai vari giochini di parole/musica molto casual. Acquisto (e gioco) consigliato