Piazza Fontana
Vito Bruschini, giornalista e autore televisivo, compie in questo libro un’operazione abbastanza particolare sulla storia di Piazza Fontana: cerca di trasformare gli eventi in storie.
Lo fa cambiando i nomi, lo fa riordinando la sequenza di alcuni eventi, lo fa creando un intreccio.
La sua operazione di dare un ordine al caos, alla serie di piste che vanno in ogni direzione è abbastanza ben riuscita, e l’autore è subito chiaro nel dire che la sua opera non è una ricostruzione storica precisa, ma è un tentativo parziale di ricostruire una narrazione da thriller sulla base dei materiali (documenti, interrogatori, intercettazioni, perizie) emerse durante i numerosi processi. Anche se la storia che compone l’autore non si discosta molto da quello che si è poi detto nelle sedi ufficiali, non è quindi un romanzo storico tradizionale.
Penso questo sia il primo libro dove si parla di Piazza Fontana e neanche una volta vengono citati Pinelli, Valpreda, Calabresi: e in un certo senso è positivo perché questo permette a Bruschini di focalizzarsi sul flusso degli eventi e non sulle persone. L’operazione è riuscita perché il libro fila decisamente, si legge bene e anche se, come si dovrebbe, si conoscono i fatti di Piazza Fontana, rileggerli in questo modo permette di mantenere interesse e tensione narrativa.
Ho già preso un altro suo libro su Vallanzasca, vi farò sapere.