I Simpson e la filosofia
Languiva da un po’ nei libri acquistati e non letti, con dicembre è arrivato il momento per leggere questa collana di articoli dedicati al rapporto tra “I Simpson” e la filosofia.
Come tutte le raccolte a tema, sull’altare della coerenza può cadere vittima la qualità. C’è quindi del buono e del cattivo: 2-3 articoli veramente piacevoli (il rapporto tra Bart e Nietzsche, la figura di Lisa) e alcuni veramente pessimi (l’analisi psicologico-marxista filosofica di Bart, fatta da un Heideggeriano, compresa di terrificante deriva speculativa, con cui si chiude il libro).
Colpiscono due cose: la prima, positiva, è che per radunare tanto interesse su un tema “pop”, questo deve essere veramente importante; questo tipo di testi conferma ancora che “I Simpson” è un classico della cultura a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo. E’ ragionevolmente uno dei “testi” che, fra 500 anni, con cui dovrà confrontarsi chi vorrà capire la nostra società.
La seconda, negativa, è la facilità con cui in diversi saggi si selezionino singoli pezzi, scene, passaggi per supportare una tesi universale. trovandosi di fronte a uno show immenso, formato da centinaia di episodi, non ho apprezzato che per sopportare la propria tesi capitasse si usassero frammenti minuscoli, magari poi più volte contraddetti nella serie. Mi aspettavo da una trattazione che si vuole dire filosofica e scientifica un po’ più di attenzione alle regole di campionamento.
Non lo consiglio comunque a quelli che non sono impallinati di Simpson almeno quanto me.