Altro tiro, altro giro, altro regalo
E’ colpa di Flavio Tranquillo se mi piacciono il basket e il football.
Sono quei pomeriggi con Capodistria / Tele+, dove andavano in onda Basket (NBA) e Football (NFL), anche d’estate, in replica, in cui ho imparato ad apprezzare il Gioco. Non è bastato quello, si sono sommate altre cose dopo, ma l’inizio è stato quello.
Poi io non sono mai stato abbonato Sky e le telecronache Tranquillo-Buffa le ho sempre vissute o da ospite o in videocassetta. Però ho sempre guardato il personaggio Tranquillo con interesse, leggendone le varie cose che uscivano su riviste e Internet; anche prima di scrivere questo libro è comunque uno che chiaramente aveva nel cuore un posto speciale per il Gioco.
L’enfasi e il trasporto delle telecronache, suo marchio di fabbrica, si sentono anche nel libro: è in parte una autobiografia, in parte una raccolta di commenti a fatti recenti, in parte un testo sociale. Tutto alla massima velocità.
Se da una parte è piacevole da leggere perché è “proprio suo”, dall’altra lascia un po’ spiazzati perché immagino che chi lo leggerà tre 3-4 anni farà fatica a cogliere alcuni passaggi (vedi Hackett o Baskettopoli o alcune cose degli Spurs) perché, pur di essere fedeli allo stile, non ci si ferma mai a spiegare il contesto; difetto che peraltro viene spesso rivolto a Tranquillo e alle sue telecronache, giudicate “per adepti”.
La differenza è che se mi metto a guardare la pallacanestro pian piano, anche solo a furia di ripetizioni, le cose tecniche le inizio a imparare e ho mille fonti a cui attingere per approfondire.
Applicato ad altri campi, certe citazioni se non colte subite si perdono e lasciano un certo “WTF?” nella testa.
A parte questo il libro è godibilissimo, con un sacco di aneddoti, vissuti in prima fila e persona, visto che Tranquillo come commentatore, opinionista, organizzatore e ideologo è un personaggio del basket da una trentina d’anni abbondante.
E’ anche spesso è in offerta, son 4 euro spesi molto bene.