A normal lost phone
Cosa fareste qualora trovaste un cellulare abbandonato in strada?
Mettete anche il caso che sia sbloccato, che non ci siano pin o puntini da unire.
Io, ma penso un po’ tutti, mi metterei a cercare per capire chi è il proprietario.
Mi è capitato due volte di trovarmi in una situazione del genere: in un caso è bastato guardare lo sfondo per scoprire che era il telefono di un vicino (c’era la foto del figlio…) ma in un altro caso è stato più difficile.
Tornando da Londra nell’ottobre del 2008 da una partita NFL vista con gli amici di ISPA, in aereo, nella tasca del sedile di fronte al mio trovo un iPod. Mi ci sono messo a curiosare, vagando tra libreria, contatti e altre cose e passando la lista dei nomi ho trovato un paio di contatti che potevano essere interessanti; torno a casa e nei giorni seguenti aiutandomi con Google contatto la proprietaria e glielo rispedisco.
DI sicuro fosse stato un moderno smartphone, con tutta la sua dote di messaggi, foto, dati, sarebbe stato più facile capire ma la mia ricerca sarebbe stata molto più “invasiva”, avrei potuto sapere molto di più sulla proprietaria.
A Normal Lost Phone è un gioco che propone proprio questo: hai trovato uno smartphone abbandonato, spippolaci.
Il gioco non ha interfaccia (o meglio, come dicono i dotti, ha un’interfaccia diegetica), l’app è una finestra su questo telefono, che a sua volta ha le sue app, i suoi messaggi.
Ovviamente in questo caso i contenuti sono fatti apposta per farvi appassionare a una storia.
Il gioco è quindi curiosare tra i messaggi, le foto e piano piano ricostruire la vita del propietario e mettere in fila gli ultimi momenti prima della della perdita del telefono.
Qualche passaggio richiede anche un minimo di “social engineering” per capire le password e i PIN che bloccano alcune app. Ma niente di complesso.
La storia dura un paio d’ore ed è nella vena dei moderni giochi indie, viaggia su temi maturi, personali, lontani dal mondo tradizionale dei videogiochi. Si tratta di argomenti di solito trattati nei film, in romanzi, qualcosa che per i “giochini” è ancora una novità, soprattutto agli occhi della massa.
E per me il fatto che duri un paio d’ore non è un problema, anzi, per questo tipo di narrativa il fatto che il gioco si risolva in poche sessioni, con una storia molto concentrata, è positivo perchè evita la dispersione. Non stiamo parlando di un puzzle game o di un gioco di carte senza storia.
La fatica richiesta al giocatore in questo caso non è il classico “impara i pattern dei nemici” o “reagisci in un centesimo per saltare giusto” ma è uno sforzo molto più concettuale, di “legare insieme” i pezzi della storia e farsi un’idea sui fatti.
La realizzazione è molto curata, la storia è molto avvincente, l’esperienza è molto “altra”: consigliatissimo e disponibile a pochi euro sia su Android che iOS (che Steam, ma con il mouse secondo me si perde il fascino).