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Questa è l'America

Non nascondo che si è creata negli anni quasi una mia fanitudine verso il Post e le persone che lavorano lì. Lo seguo dagli inizi, ci ho trovato e ci trovo molti modi di pensare e vedere vicini ai miei, apprezzo molto il loro modo di fare giornalismo; ho quindi un occhio di riguardo per le iniziative che portano avanti, via giornale o separate.

Ormai 6 anni fa, ricordo ancora la segnalazione di @gioganci a riguardo, mi iscrissi a una newsletter del vicedirettore del Post, Francesco Costa, sulle elezioni americane; all’epoca mancavano 2 anni alle elezioni, e l’idea era di seguire le primarie e tutto quello che sarebbe seguito. L’iniziativa fu un successo, di cui parla meglio l’autore nel suo blog, e, con un velocissimo fast forward, eccomi a parlare del suo libro “Questa è l’America”, che di quel progetto è una sorta di companion.

Il libro infatti si stacca dalla cronistora tipica della newsletter settimanale per “aprire il campo”, usando alcune singole storie poco note per descrivere vari aspetti più culturali e profondi degli Stati Uniti, meno noti, meno presenti sui giornali, ma molto utili per capire meglio le notizie. Sono infatti pienamente d’accordo con la tesi su cui è costruito il libro: le differenze superficiali tra Europa e USA nascono da differenze profonde nel modo di vedere la vita, nella storia del paese e della sua popolazione, nella struttura sociale. Una distorsione che si può forse imputare al mito della globalizzazione è aver portato a pensare che mangiare gli stessi panini, vedere le stesse serie e indossare gli stessi vestiti omologhi non solo l’esterno delle persone, ma anche le loro radici e i loro valori.

Niente di più falso: e di questo il libro di Costa è attento naratore, scegliendo fenomeni importanti degli ultimi anni, ma che si muovono sotto la superficie delle news, per mostrare queste differenze. L’esempio chiave è secondo me la storia dell’acqua di Flint: io lo conoscevo solo per motivi “obliqui”, mi è arrivato con il tramite della pallacanestro NBA, perchè molti giocatori ne hanno parlato e quindi mi hanno spinto a informarmi. Ma non l’ho mai sentito nominare nell’informazione mainstream. E quello che è successo lì, sia per fatti che per modo in cui sono avvenuti, è importante per capire gli ultimi anni degli Stati Uniti: l’ascesa e declino dell’industrializzazione automobilistica, il modo di gestire e vedere la cosa pubblica, le difficoltà di fette enormi della popolazione.

Anche degli altri fatti scelti sapevo in generale poco, e posso dire che il libro è quindi uno strumento prezioso non tanto per avere le ultime notizie, ma per costruirsi delle fondamenta su cui poter poi leggere alcuni eventi recenti.

Consigliato.