dedioste’s

Your daily dose of dedioste. Since 2004

Americanah

Ci ho messo mesi a finire questo “Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie.
Ma non perché il libro fosse brutto, anzi, ma per alcune mie brutte abitudini che avevo preso (andare a letto e leggere il cellulare) è rimasto a lungo tra i libri “da finire”. E peccato, perché non lo merita.

He made her like herself. With him, she was at ease; her skin felt as though it was her right size.

Romanzo “di crescita” di Ifemelu, una ragazza nella comunità borghese nigeriana, che si muove tra Nigeria e USA, sicuramente un percorso inatteso. Se per gli Stati Uniti si potrebbe pensare di dire “Li conosco”, questa Nigeria è un mondo lontano mille anni luce dalla nostra idea di Africa. Un mondo che manda i figli a studiare negli Stati Uniti, che fa affari di edilizia e commercio, che apre riviste e siti web. Insomma, dei lagosiani imbruttiti.
Ma al di là delle battute, il romanzo è illuminante perché mostra quanto simili siano i punti di vista e le esperienze nella vita delle persone. Razzismo? Ce ne è, tra Neri americani e neri nigeriani, o tra neri nigeriani di città e neri nigeriani di campagna. Stilemi del lavoro (mi stressa / non ha un senso)? La protagonista femminile è una blogger giornalista, un personaggio maschile importante fa il palazzinaro conto terzi.

their lives deadened by work

E vedendo quelle cose negli altri, anche appunto altri che pensiamo lontani, cogliamo le nostre, di discrasie. È una sorta di specchio deformante, una romantic novel (perché sì, alla fine è quello) che però agisce come un pezzo teatrale. In maniera asciutta e leggera, ma continua per tutto il libro, ci si accorge che c’è un piano oltre i fatti, che qualcosa “non va”, che c’è una tensione latente, che ci sono temi e opinioni che continuano a tornare. Forse il punto in cui esce di più questo attrito, dove viene reso più esplicito, è nella sezione in cui Obinze racconta delle sue esperienze in UK e anche in alcuni passaggi della vita americana di Ifemelu.

At first, Ifemelu thought Kimberly’s apologizing sweet, even if unnecessary, but she had begun to feel a flash of impatience, because Kimberly’s repeated apologies were tinged with self-indulgence, as though she believed that she could, with apologies, smooth all the scalloped surfaces of the world.

E quindi questo racconto sociale ha reso, anche a me, molto digeribile la parte più da romanzo rosa, la separazione e tutto quello che segue, che ometto per non spoilerare.

That e-mail, written in all capital letters, was a revelation. The point of diversity workshops, or multicultural talks, was not to inspire any real change but to leave people feeling good about themselves.

Cosa c’è di più “moderno” di quanto scritto sopra? Quanto sostenibilità, uguaglianza, cultura sono solo scaldarsi la pancia?

L’ho letto in inglese e scorre benissimo, con tanti tanti passaggi da sottolineare per lo stile, oltre che per il contenuto; scegliendo cosa riportare, ho dovuto fare una selezione, ma ne avevo almeno il triplo.

“I discovered race in America and it fascinated me.”

Bello bello bello, peccato averlo “maltrattato” lasciandolo in sospeso così tanto. Beh, magari lo rileggo :)