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Cronofagia

Eliminare il passato dal dibattito pubblico è fondamentale per la retorica emergenziale poiché consente di concentrare l’attenzione sulle conseguenze eliminando le cause.

Questo Cronofagia è uno di quei libri che ti “stimola” a rivedere la tua posizione e a cambiare opinione. Sicuramente, per tutti, un ottimo esercizio di dubbio, di analisi, di valutazione.

Se si valuta esclusivamente il traffico dell’industria aeronautica, la crescita è ancora più evidente: nel 2004, vale a dire agli albori dell’era low cost, volavano 1994 milioni di passeggeri ogni anno, nel 2018 si è raggiunta la cifra storica di 4.358 milioni di passeggeri (+118,6%).

È una serie di spunti da 15-20 pagine, che toccano vari temi, con sempre al centro il rapporto dell’uomo moderno con il tempo, e di come oggi il capitale abbia posto quell’area al centro del proprio interesse.
In alcuni passaggi è pienamente condivisibile (quanto del nostro tempo regaliamo al capitale), in alcuni altri suona un po’ forzato (si esclude quasi del tutto che io possa essere consapevole di questo scambio ed esserne soddisfatto o perlomeno tollerarlo).

Le sfumature, le vie di mezzo non riescono ad attirarci come fa un’esplosione.

La riflessione sull’uso del tempo, sulla sparizione dei confini tra tempo personale e tempo di lavoro, sulla occupazione dei tempi morti è pienamente centrata.
Cambiare prospettiva e vedere che dietro quel “ma sì, se mi annoio guardo YouTube” c’è in realtà una forte cessione di valore a YouTube può essere spiazzante e destabilizzare, soprattutto per chi a questi temi è nuovo.
Interessante allo stesso modo la riflessione sul tema della sparizione della noia, sul mito del viaggio aereo come strumento di libertà.

La diminuzione delle ore lavorative è complementare all’aumento del tempo libero. Per i lavoratori poter contare su di un tempo da dedicare a sé stessi (hobby e sport) o agli altri (volontariato, famiglia) è una conquista. Per il capitalismo, invece, il tempo libero è un’opportunità per ampliare a dismisura il bacino dei consumatori.

Lo spettro del testo a tesi è sempre lì, ma non diventa mai eccessivo.
Il sospetto è che a volte si sovrasemplifichi per arrivare in modo rapido alla dimostrazione, che su temi così complessi è un po’ barare.
Ma non è assolutamente un commento negativo verso il libro; considerare tutti i singoli aspetti avrebbe fatto diventare un testo già molto denso di concetti un testo molto difficile da leggere.

L’appagamento immediato offerto con uno sforzo davvero ridotto dai social network fa sì che il cervello sviluppi una dipendenza dagli stimoli offerti durante il tempo trascorso su Facebook, Instagram, Twitter e gli altri social.

Va dato merito infatti al’‘autore di aver mantenuto sempre una piena leggibilità. Non c’è mai un passaggio che fa dire “Non ho capito”, la logica è molto chiara. Vista la ricchezza di citazioni e la dimensione della bibliografia, è anche un’ottima base di partenza per approfondire i temi presentati.

La progressiva scomparsa della noia dalle nostre esistenze è direttamente proporzionale allo sviluppo di dipendenze e patologie connesse all’utilizzo smodato degli strumenti digitali.

Sicuramente un libro “scomodo”, da leggere pian piano e da digerire con calma. Consigliato appunto come sprone alla riflessione critica, alla discussione e, perché no, a un cambiamento, perlomeno a un uso più consapevole del proprio tempo.