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Investigazioni Pernice

Cosa devi dire di Niebbo? Che è sempre spettacolare, che ha uno stile che riconosceresti tra mille, che è sempre un piacere leggerlo, ma che stavolta ha un po’ sprecato un’opportunità.

In questo Investigazioni Pernice uscito questa estate, il primo dopo il completamento della Saga mensile di Ario, c’è semplicemente troppa roba.

Prima c’era la beneficienza Berragni, che uno lo doni e mille ne magni. Andava tutto bene, erano tutti suoi amici. All’improvviso la sgamano e voilà, marito fugge con troie ventenni, dipendenti sfruttati emergono dal nulla, opinionisti che prima la veneravano dicono che l’hanno sempre saputo. Perché?» «Perché sono infami.» «Nah, è gente sola che compete contro gente sola. Si raccontano che prevaricando, imbrogliando, sacrificando, rinunciando, abbattendo, allora si potranno permettere una famiglia. Invece li trovano mangiati dai gatti a 69 anni, distrutti di psicofarmaci.

Troppi racconti completi dal punto di vista della trama ma non sviluppati nell’intreccio. Troppe situazioni grandiose, ma a cui si arriva senza contesto, troppe idee, e troppo di fretta. E’ un collage, non so se di scarti, idee preparate per il lavoro prededente e che “avanzavano” oppure più un libro di spunti, idee da riprendere in un futuro.

«Ma ovvio! La felicità non è mai allegra.»

È praticamente il contrario dell’eccellente lavoro fatto l’anno scorso, dove ogni mese si dosava esattamente ogni elemento, per far sì che la fame di Ario si placasse ma che fosse pronta a farsi risentire dopo qualche giorno.

«Cazzo c’entra, leggere è macho. Scrivere è gay. Impara.»

Da una parte bene, perché è la dimostrazione che l’idea dell’agenzia Pernice ha le gambe e funziona. I personaggi in particolare reggono e anche qui, è interessante vedere che Pamela ha un sacco di possibili sviluppi. Ario è Ario, e probabilmente se Niebbo facesse uscire un libro di sue massime venderebbe come i libri delle Formiche di Gino e Michele negli Anni ‘90.

Altrimenti suona tipo un ragazzo incontra una ragazza, le mostra la sua mazza, chissà cos’accadrà. Minimo un milione di album venduti.

Dall’altra peccato, bastava forse scegliere tre idee tra le tante, svilupparle bene e sarebbe stato un ulteriore ottimo lavoro.

«Amigo, la casa te la portano via solo uragani e puttane, e la nostra zona climatica si presta poco alla prima e molto alla seconda.»

E no, non sono d’accordo con quello che ha scritto sul suo blog realtivamente al perchè, o meglio… Lui è l’autore e ovviamente ha ragione, ma qui per me non è questione di bucatini alla zozzona. Qui è questione di bucatini alla zozzona con la pasta indietro di cottura.