Contenti tutti
Questo Contenti tutti me lo sono trovato sul Kindle perchè ormai, tra libri precedenti, acclaramento dei ricordi, Poste del cuore di Cronaca Vera posso dire di essere un fan di Campiglio.
Fama, soldi, potere, vale sempre la stessa regola: se devi esplicitarli a parole vuol dire che non ne hai.
Anche stavolta c’è un sacco di mestiere dello scrivere, con alcuni passaggi veramente funambolici. Si vede che l’autrice ha il senso della frase. Anche stavolta c’è tanto pronto per una trasposizione in video (addirittura stavolta i capitoli sembrano proprio puntate, con i cliffhanger e tutto).
il lusso della disattenzione. Se aveva la facoltà di sperperare il materiale prezioso dei suoi ricordi con lei era perché ne aveva molti.
Però, forse sono io che sono vecchio, o che l’ho colto male, c’è un filo di fuori fuoco in tutta la storia. Che è bella, che è coerente, ma viaggia tutta dritta sul suo binario, con un mistero che è quanto di più scontato ci possa esssere, con qualche colpo di genio in qualche passaggio ma che non fa mai alzare il sopracciglio.
Ogni materiale ha un punto di rottura, un limite oltre cui non può sopportare le sollecitazioni esterne senza spezzarsi. Per la maggior parte dei materiali, il punto di rottura può essere calcolato e quindi previsto in base alle leggi della fisica. Col materiale umano invece funziona in modo diverso: solo spezzandoti capisci che non potevi sopportare oltre.
Un po’ stereotipato, forse. Non un brutto testo, la lettura è piaceovle, ma manca qualcosa di memorabile nella costruzione dei personaggi, qualcosa che esca dallo “stampino” degli stereotipi. Vengono fuori bene Irene, la sorella sana, che ha un bell’arco di evoluzione e, nella sua breve apparizione, il cane Zar.
Perché la bellezza è così: passi la vita a ripeterti che non conta niente, poi la incontri, ti fa un sorriso e capisci che comanda lei.
Bello, ma niente di travolgente. Il precedente “Caffè VOltaire” era molto più brioso e più gradevole.